COMUNICAZIONE TRIBUTARIA 58  (versione pdf. )

 

Roma, 24 luglio 2009

 

 

 

Oggetto: Studi di settore – Indagine conoscitiva sull’anagrafe tributaria nel contrasto all’evasione fiscale – relazione del direttore dell’Agenzia delle Entrate – videoconferenza del 2 luglio 2009 – disponibile il file audio

 

Senza entrare nuovamente nelle già conosciute novità per l’applicazione degli studi di settore in sede di accertamento e degli indirizzi assunti in precedenti comunicazioni tributarie (una per tutte Com. trib. 17.06.2009  n. 48), in questa sede si vuole solamente cogliere l’occasione di rendere nota l’iniziativa dell’On. Maurizio Leo svoltasi ieri nella sala della Lupa della Camera dei Deputati.

L’iniziativa illustrava un progetto volto ad un utilizzo di massa dell’attuale sistema di accertamento meglio noto come redditometro. Tale metodo di accertamento induttivo, che conduce alla stima del reddito attraverso la valutazione della capacità di spesa e dell’incremento patrimoniale, è presente da molto tempo nel nostro ordinamento, anche se fino ad ora è stato scarsamente utilizzato, in primo luogo perché richiede l’effettuazione di valutazioni e l’assunzione di responsabilità da parte dei funzionari che lo applicano, effettuabili caso per caso.

Riassumendo in estrema sintesi, l’idea che sta portando avanti il Deputato Leo è quella di uno strumento di accertamento che conduce alla determinazione del reddito di tutti i contribuenti in modo automatico sulla base di indicatori di capacità di spesa assunti anch’essi in modo automatico, integrando tutte le banche dati dell’Amministrazione finanziaria, da quelle ora presenti ed istituendone di nuove. Si tratta, quindi, di un accertamento di massa gestito in modo automatico, ossia senza nessuna valutazione

Alla proposta sono state avanzate delle critiche sia da parte del Garante della privacy che del Direttore dell’Agenzia delle entrate, rinviando alla lettura della relazione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che si allega alla presente. In particolare, occorre sottolineare un passo fondamentale della relazione, laddove indica espressamente che accertamento a mezzo studi di settore ed accertamento sintetico (redditometro) devono coesistere, costituendo entrambi dei meri indicatori di evasione, da utilizzare in primo luogo per la selezione dei contribuenti. Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate indica, infatti, che  “sono stati predisposti e consolidati anche appositi strumenti informatici per la selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo (RADAR e SERPICO, vedi  Com. trib. 17.06.2009  n. 48), che utilizzano i riscontri tra le informazioni che provengono dagli enti esterni quali indicatori di capacità di spesa con i redditi dichiarati”.

Il Direttore prosegue sostenendo che “In entrambi i casi si è, comunque, in presenza di strumenti non di catastizzazione dei redditi, ma finalizzati sia a selezionare i contribuenti da controllare, sia a individuare presunzioni di maggiori ricavi o redditi che prevedono, comunque, come elemento essenziale il contraddittorio con il contribuente che può fornire le più ampie motivazioni e giustificazioni in ordine alla correttezza del proprio agire fiscale.”

In altre parole, si sottolinea come nell’occasione l’Agenzia delle Entrate, ha confermato le cautele da tempo da noi suggerite nell’ l’applicazione degli studi di settore in sede di accertamento, volte a rendere remota l’eventualità che siano avanzate delle contestazioni ad imprenditori che, nonostante la mancata congruità dei ricavi rispetto a quelli stimati dagli studi di settore, non dimostrino degli ulteriori elementi probatori includendoli tra i contribuenti a rischio d’evasione. Si tratta, peraltro, delle linee di interpretazione già affermate dal Direttore centrale per l’Accertamento dell’Agenzia delle Entrate Luigi Magistro lo scorso 1° luglio nella videoconferenza organizzata dall’Ufficio scrivente (vedi registrazione video: prima parte e seconda parte)*.

Da ultimo, conviene sottolineare anche il nostro punto vista. Gli studi di settore, con tutti i limiti dimostrati riguardo alla scarsa reattività a pesanti crisi economiche come quella che purtroppo si sta vivendo, ci hanno dato la possibilità di intervenire e fare pressioni sull’Amministrazione finanzIaria giungendo all’approvazione dei primi correttivi congiunturali, nonché degli ulteriori indirizzi di cautela nell’applicazione e nella successiva revisione – sempre a valere sul 2008. Si pensi, inoltre,  all’azione che ha condotto al ridimensionamento della valenza probatoria degli studi di settore UG50 nel settore edile ed  UG75 del settore degli impianti, lasciando presagire che saranno sicuramente oggetto di ulteriori correttivi congiunturali sempre a valere sul 2008, nell’approvazione degli studi di settore da utilizzare in sede di accertamento.

Il passaggio a metodi di accertamento basati sulle capacità di spesa gestite in modo automatico e di massa, assomigliano molto alla vecchia minimum-tax tanto giustamente e fortemente contestata nel 1992-93 dalla Confederazione insieme alle altre associazioni delle PMI. Si tenga presente, infatti, che le possibilità di prova contraria rispetto alla versione attuale del redditometro sono molto limitate, da condurre ad un forte sospetto di incostituzionalità perché contrarie all’articolo 53 della Costituzione. Non è possibile confutare la relazione tra indice di spesa e reddito attribuito, ma solamente dimostrare che il reddito necessario  per sostenere la spesa, è stato donato, vinto ovvero deriva da un reddito esente da imposizione.

Quello che si vuole sostenere è che il passaggio a questo tipo di accertamento porterebbe dalla padella alla brace rispetto alla forte riduzione di  fornire prova contraria, tale da condurre ad un forte sospetto di incostituzionalità dell’intero impianto.

E’ anche vero, tuttavia, che con riferimento all’anno 2009 la revisione degli studi di settore dovrà essere ben più incisiva ed in linea con i devastanti effetti della crisi economica nel comparto delle PMI. Dal nostro punto di vista, infatti, a prescindere dalle aspettative di una migliore selezione e di un migliore contraddittorio, è anche fondamentale evitare a tutti i costi che si arrivi a stime di ricavi infondate. In ogni caso, ma a maggior ragione nei periodi di crisi economica si deve evitare di incrementare l’ansia dei contribuenti con uno spettro di un possibile accertamento.

Si tratta di una revisione congiunturale per cui si dovrà lavorare e per la quale risulteranno fondamentali i contributi in termini di esempi concreti che giungeranno dalla nostre sedi territoriali con la procedura già nota e da tempo collaudata (vedi Com. trib. 30.06.2009  n. 51) .

   

 

  * In caso di problemi video assicurarsi di avere installato i giusti codec

 

 

a cura di Claudio Carpentieri  - Ufficio Politiche Fiscali

 

(CC/cc/studi_leo)